I muslem non si smentiscono e indirettamente ammettono che la loro religione è un gioco da bambini dove la realtà si confonde con le fantasie del magico regno di Allah. I talebani giocano con le bombe a chi riuscirà di più a piacere ad Allah. Che importa che la realtà è più complessa e fatta di meno misteri che la loro religione. In questo misto psicanalitico tra l'aggressione (reale) degli americani ed europei per imporre una democrazia lontana anni luce da certe mentalità e una ribellione guidata da una lettura (di fantasia) troppo spinta verso una liberazione attraverso una vessazione di costumi, idee e progetti, il talebano è guidato da ricordi infantili di letture del libro sacro.
Per questo Feuerbach ha definito la religione come l'infanzia dell'umanità dove si narrano le favole belle per i giorni tristi. R. Dawkins ci ricorda invece che "i capi religiosi sanno bene quanto sia vulnerabile il cervello infantile e quanto sia importante indottrinare i fanciulli fin dalla più tenera età.
Tanto, come direbbe la comica americana Cathy Ladman: "Tutte le religioni sono uguali: La religione è in sostanza senso di colpa con giorni festivi diversi".
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