venerdì 30 settembre 2011

Le credenze religiose sono nocive alla salute?

Qual'è il bene più grande che possa avere un uomo? Il prete, il mullah, il rabbino, direbbero dio. Ovviamente il "loro" dio, perché quello degli altri un po ci disgusta.
E' quanto emerso in una ricerca condotta su ottantadue soggetti partecipanti inconsapevolmente ad un esperimento. Il disgusto che essi hanno manifestato non era solo mentale ma fisico. La bevanda che hanno bevuto, dopo aver letto un brano di un ateo o di un'altra religione, era più amara.
La (propria) religione non è solo quindi oppio dei popoli, eccitante, euforizzante ma anche tranquillante, dolcificante della vita. (E dio sa se a volte non ce n'è bisogno).
Ma ancora una volta la religione non si rivela come una guarigione ma come una cura. Ossia come qualcosa di esterno all'organismo che lo aiuta a guarire ma di cui avrà sempre bisogno non guarendo mai.
E' interessante evidenziare questa differenza tra guarigione e cura. Entrambe fanno riferimento alla malattia. Si parla per alcuni di "guarigione dalla sofferenza" o di "cura dalla malattia". La religione che parla spesso di guarigione  in fondo presuppone uno squilibrio, se non la malattia.

2 commenti:

  1. il mio commento e' un senso di sconcerto, perche' perche' la fede e l' amore che lei descrive non e' cosi' nella realta.

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  2. Ci deve essere una ragione per cui persone come il tenutario di questo blog, o gente come Augias o Dawkins, si trovano ad essere mossi, spender tempo ed energie per un strano scopo: negare cio' che altri - non loro stessi - credono.
    Prima di pensare alla negativita' altrui si dovrebbe nutrire, specie quando lo si elogia a priori, qualche salutare dubbio circa la propria...
    E' simile alla triste invidia di persone bruciate dall'abbandono di un amore, che guardano cinicamente l'amore altrui e non trovano di meglio che denigrarlo. Uno degli spettacoli piu' tristi della condizione umana.

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