lunedì 19 luglio 2010

Vienna farà il suo riposo il venerdì



Son appena rientrato da Vienna. Bellissima città ottocentesca, molto ben organizzata, viva e vitale anche culturalmente. Ma invasa dalle "donne del Sahara". E' rimasta mitteleuropea nei palazzi, nelle ville, ma l'umanità che gira per Vienna, nelle metro, sui bus non puoi sbagliare è musulmana. Città cattolica Vienna che festeggia ancora la domenica. Temo che tra un po inizierà a festeggiare il venerdì. Per le strade nel loro abito nero dalla testa ai piedi con solo uno spiraglio per gli occhi, incontri donne (perché gli occhi li vedi sono belli e vividi di donna), che non ti aspetteresti di vedere nell'epoca di internet. Un retaggio del passato in una nazione protesa in avanti. Un richiamo forte e pressante a mostrare la loro origine, la loro cultura, la loro fede. La senti come fastidiosa, come invadente. Un'appartenenza esibita. Il pensiero unico di un uomo, non di un dio, di un uomo diventato la fede di un popolo. Com'è possibile ciò se non con la costrizione travestita da fede e tradizione. Nell'Iran degli anni sessanta le donne vestivano i pantaloni e non per questo smettevano di credere nel loro Allah. Oggi il marcare un'identità è un atto di asservimento per il popolo e di aggressione per gli altri popoli "infedeli". E' in atto una lenta silenziosa ma aggressiva invasione per costruire l'Eurabia sulla terra dove S. Giovanni da Capestrano li aveva scacciati quattro secoli fa. Perché molti si ostinano a non vedere? Perché scambiano tutto per cultura e tolleranza? Con tutto lo smarrimento della chiesa e i guai di questi mesi campeggiava ieri su una chiesetta dei cavalieri di Malta di Vienna "more tolerance". Era in corso l'incontro mondiale sull'aids. Ma anche qui "tutto è puro per i puri"... Il popolo beone che accetta una tolleranza con popoli che di base ne sono sprovvisti si prepara ad un futuro di convivenza immediata e di aggressione futura. Aspettate ancora che le donne del Sahara avranno preso ancora più forza e la loro presenza si imporrà nei numeri prima che nelle scelte.


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